Descrizione
È tempo di bilanci per Keiko Ichiguchi, che sul filo dei ricordi firma questa sua prima autobiografia, raccontando come ha iniziato a fare fumetti, il suo debutto da mangaka professionista, il confronto con un colosso dell’editoria nipponica, fino alla decisione di partire per l’Italia.
A rendere speciale questo libro è l’amore dell’autrice per i manga, che l’ha portata a confrontarsi con paesi e mercati differenti.
In queste pagine la troviamo bambina, mentre sfoglia il manga di Candy Candy e si accende in lei la passione per il disegno. E quando scopre le opere di Ryoko Takahashi, che fanno maturare in lei il desiderio di scrivere. Col tempo la seguiamo entrare ufficialmente nel mondo delle fanzine, dove capisce che i manga non sono solo qualcosa di personale, ma un’esperienza aggregativa. Il sogno di diventare una mangaka la porta a vincere un concorso per giovani talenti indetto da Shogakukan. Ma il passaggio al professionismo richiede sacrifici enormi, ben oltre quelli che un appassionato qui in Italia può anche solo immaginare…
Tutta la verità, nient’altro che la verità, sul duro lavoro e le difficili scelte che comporta il diventare autori di manga in Giappone.
L’AUTRICE
Keiko Ichiguchi (Osaka, 19 dicembre 1966) ha debuttato nel 1988 vincendo il Concorso per Giovani Autori di Fumetto indetto dall’editrice Shogakukan, per cui ha firmato decine di storie con lo pseudonimo di Keiko Sakisaka, tutte pubblicate su “Bessatsu Shojo Comic”. Nel 1995 ha disegnato il suo primo volume direttamente per l’Italia, la raccolta “Oltre la porta”, mentre nel 1997 ha firmato per Kodansha i manga “1945” e “America” (tradotti in Italia da Kappalab). Ha collaborato col canale NHK Educational e ha scritto per Hakusuisha tre libri sui misteri di Roma, Firenze, Venezia e un libro sulla storia della Bologna Children’s Book Fair. Con Takeshobo ha pubblicato un saggio a fumetti in cui ha raccontato la sua vita col marito bolognese.
Per Kappalab ha pubblicato i saggi “Non ci sono più i giapponesi di una volta” e “Tutto quello che avreste voluto sapere sui giapponesi (ma non avete mai osato chiedere)”.
I suoi libri sono tradotti anche in Francia e in Brasile.